Strip to your underwear if you're not in black tie. Get obscene if you want, but never casual. You feel an urge? Touch its pain, wrap yourself around it. Don't put on airs. What you seem must be what you are, and what you are is a mess, honey, but that's okay, as long as you wear it inside. Look sharp! Don't slouch. See anyone slouching here? Stay poised, taut, on guard. Listen to your nerves. It's zero hour. Anxiety encroaches, wave after wave, with every squeeze of the bandoneon. Already twisted by the contraposto of uprightness and savagery, this new tango turns the screw even tighter with its jazz dissonances and truncated phrasings. No relief. No quarter. At zero hour only passion can save you. Time is flowing backward and forward into the vortex. From the rooms come a warm air and a choked melody of syncopated gasps. Something throbs. A vein under your skin. It's inside you now, this bordello virus, this pleasure that tastes so much of anger and grief. When you find pools of pure, sweet light, bathe in their waters, balm for your lacerations. For the whiplash scars the bandoneon is leaving on your soul. If this were the old milonga of the slums, or those popular songs about painted faces and purloined love, you could let distance sketch a smile on your lips. Cheap irony. You won't get away that easy. This music is for you. It always had you in mind, your habits, your twitches, the tiny blood vessels bursting inside you when you hide what you feel. So walk in the parlor, bring your friend or come alone. Come hear the master as he unravels the wind inside the box, as he presses the growling tiger that threatens to embrace him and shapes the beast into a purring kitten. And tiger again. And kitten. It's all a game. You're going to play it too, you're going to dance with the tiger. Don't worry, your life is in danger. Remember your instructions. Listen up. And suffer, motherfucker, this is the tango.

Enrique Fernandez – Zero Hour, Astor Piazzolla.

Traduzione (mia):

Spogliati in mutande se non indossi la cravatta nera. Sii osceno se vuoi, ma non sciatto. Senti una pulsione? ascolta il suo dolore, avvolgiti attorno ad essa. Non giocare a fare il maestro. quello che sembri dev'essere quello che sei, e quello che sei è un casino, bellezza, ma va bene, finché lo porti addosso. Affina lo sguardo. non sbracarti. vedi qualcuno sbracato qui? Stai all'erta, teso, in guardia. Ascolta il tuo sistema nervoso. È l'ora zero. L'ansia monta, onda dopo onda, ad ogni giro di bandoneon.   
Questo nuovo tango, forgiato dalla contrapposizione fra virtuosismo e istinto selvaggio sta avvitando i bulloni ancora più stretti, con le sue dissonanze jazz e le frasi troncate.  
Non c'è sollievo. non c'è rifugio. All'ora zero solo la passione può salvarti. Il tempo scorre, avanti ed indietro, in un vortice. Dalle stanze sale un'aria calda, e la melodia soffocata di un ansimare sincopato.  
Qualcosa pulsa. Una vena sotto la tua pelle. È dentro di te, questo virus da bordello, questo piacere che ha il sapore della paura e della tristezza.  
Quando scorgi un lago di luce pura e dolce, bagnati nelle sue acque, balsamo delle tue ferite. Per le cicatrici che le frustate del bandoneon stanno segnando la tua anima. Se questa fosse la vecchia milonga dei bassifondi, o quelle canzoni popolari di facce truccate e amori clandestini, potresti prendere le distanze da tutto questo, e abbozzare un sorriso sulle tue labbra. Ironia da quattro soldi. Non te ne andrai facilmente. La musica è per te, pensata per te, per le tue abitudini, i tuoi tic, i tuoi capillari del tuo viso che fioriscono quando nascondi quello che provi. Vieni nella sala, porta il tuo amico, oppure vieni da solo. Vieni a sentire il maestro che rivela il vento nella scatola, che costringe la tigre ruggente e minacciosa ad abbracciarlo, e trasforma la fiera in un gattino che fa le fusa. E di nuovo tigre. E gattino. È tutto un gioco. E lo giocherai anche tu, andrai a ballare con la tigre. Non ti preoccupare, la tua vita è in pericolo. Ricorda le tue istruzioni. Ascolta. E soffri, bastardo, questo è il tango.

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