Non sono mai stato ad un concerto di Morricone, e non posso dire di conoscere a memoria la sua produzione. Ciononostante, la sua scomparsa mi emoziona molto.
Credo che i motivi siano almeno due. Il primo, il più ovvio: lo considero il più grande compositore della seconda metà del novecento. E mi piace pensare che, dietro di lui, ci sia solo Astor Piazzola.

Il secondo motivo: ho un legame particolare, molto intenso, con uno dei capolavori del binomio Leone Morricone: "C'era una volta il West". Come scrissi nel post dedicato al mio cinquantesimo compleanno, il film uscì nelle sale il 21 dicembre del '68, pochi giorni prima che io nascessi. Mio padre lo vide e ne rimase fulminato. Mi raccontava che per addormentami mi canticchiava il tema di Cheyenne: bom bom bom bom bom bombobom bom bo bom.

Negli anni lo guardavamo ogni volta che passava in TV, tanto che imparai a memoria alcune delle battute più iconiche. E, tuttora, lo considero il mio film preferito.

È un western, con le sparatorie, i duelli, i panorami mozzafiato ed i cavalli.
I dialoghi sono pazzeschi. Sai solo suonare, o sai anche sparare?
I personaggi: Armonica, imperscrutabile, che quando deve parlare suona, e quando deve suonare parla. Cheyenne, il bandito che in fondo è un buon diavolo. Jill, la strepitosa Claudia Cardinale. Frank (Henry Fonda), il bandito crudele. Morton (Ferzetti), il padrone delle ferrovie.
La trama, anzi le trame. Jill, a cui Frank ha ucciso il marito, che deve costruire la stazione ferroviaria. Armonica, che sta combattendo la sua guerra personale con Frank, ma con regole cavalleresche.
La filosofia esistenziale: "Ehi Armonica! Quando toccherà a te prega che sia uno che sa dove sparare."

Soprattutto, è la cronaca di un'epoca che finisce, quella del West selvaggio, epico, mitologico (c'era una volta). Finisce soppiantata da un mondo nuovo, che arriva sui binari della ferrovia:

Armonica: Così alla fine hai scoperto di non essere un uomo d'affari.
Frank: Solo un uomo!
Armonica: Una razza vecchia. Verranno altri Morton... e la faranno sparire.
Frank: Il futuro non riguarda più noi due.

In quel dicembre del '68 l'Apollo 8 girava intorno alla luna, e si poteva pensare che i viaggi spaziali fossero la nuova ferrovia, capaci di allargare il mondo senza cancellare quello che c'era prima. Cinquant'anni dopo, l'uomo non calpesta il suolo lunare, e qualcuno sospetta che fu tutta una messa in scena.

Cinquant'anni dopo, i padroni delle ferrovie si chiamano Facebook, Google, Amazon, Apple. Non abbiamo le macchine volanti, giriamo ancora con il diesel. Ma le nuove ferrovie ci permettono di fare tutto da casa. Che è un bene. Ma hanno avuto un impatto profondo nel modo in cui le persone vedono il mondo, interagiscono, scelgono. E questo ha degli effetti positivi, ma permette a qualcuno di manipolare questa visione del mondo. Non che prima, con la radio, il cinema e la TV non succedesse, ma oggi forse questa influenza è più pervasiva e più subdola.

Oggi, come nel West di Frank e Armonica, c'è un sistema che sta morendo, soppiantato dalle nuove ferrovie. Chi non se ne accorge e non salta sul treno è destinato ad essere emarginato. E chi non se ne accorge da la colpa a tutti, incapace di capire che indietro non si torna, arrabbiato soprattutto con i capri espiatori.
Io credo molto nelle ferrovie digitali (e credo molto di più nelle ferrovie che nella gomma come mezzo di trasporto, fra l'altro). Non ho nostalgia della carta bollata, dei biglietti di carta, dei libri di carta, dei soldi di carta.

Mi spaventa però una società in cui all'opinione di Mario laureato all'università della vita e che lotta contro il cinqueggi viene data la stessa enfasi, la stessa copertura, quasi la stessa importanza di chi ha passato una vita a studiare un argomento.
Ed ho il sospetto che se oggi non si vede all'orizzonte nessun Morricone, nessun Leone, nessun Bertolucci è anche a causa di questa tendenza ad appiattire non solo le opinioni, ma anche i talenti, la qualità, la dedizione.
Ho nostalgia di un mondo in cui chi coltivava il suo talento aveva più probabilità di emergere.

Infine, ma questo è scontato, ho nostalgia di quel mondo in cui muovevo i primi passi, e che oggi non esiste più.

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